Pitti Uomo nel Rinascimento

Pitti Uomo nel Rinascimento

Pitti Uomo è il più importante evento internazionale per la presentazione delle novità nell’ abbigliamento e accessori maschili.

La città si riempie di uomini elegantissimi e stravaganti,provenienti da ogni parte del globo, ma già nel Quattrocento c'erano i "pittini"...

 

Una piccola città , una grande capitale della Moda.

Firenze è l’unica città al mondo che, pur non essendo una grande metropoli come Milano, Parigi, Londra e New York, ospita una manifestazione di moda così importante.

Questa importante reputazione mondiale è dovuta al fatto che la Moda, in quanto insieme di attività e comportamenti (modi) collettivi legati all’abbigliamento, inteso non solo come strumento necessario alla sopravvivenza, ma come forma di espressione di precise funzioni sociali, raggiunse nella Firenze del XV° secolo il livello più alto di manifestazione e di valutazione estetica.

Gli abiti diventarono per la prima volta uno dei tratti distintivi essenziali con cui la società si esprime e si evolve, gettando di fatto le basi della Moda europea dei secoli a venire.

Firenze, metropoli del Medioevo.

Firenze alla fine del XIII secolo era una delle città più popolate al mondo e la seconda in Europa, dopo Parigi. Aveva una popolazione di circa 100.000 abitanti , il doppio di Londra che ne contava solo 50.000!

Questo perché era molto ricca di fabbriche ed attività manifatturiere legate alla produzione, tintura e decorazione di tessuti in lana e seta, velluti e broccati ricamati con fili d’oro e d’argento e arricchiti con perle e gemme preziose con i quali si realizzavano i meravigliosi abiti, mantelli e paramenti, indossati da re, regine, papi e cardinali in tutta Europa.

La nuova società di ricchi mercanti

Tutta l’Italia era la zona europea con il maggior tasso di urbanizzazione e i grandi centri di produzione e commercio come Firenze, Venezia, Milano diventarono anche importanti luoghi di consumo e il palcoscenico perfetto per la creazione e la rappresentazione di nuove mode, dove la nuova classe sociale dei ricchi uomini d’affari, mercanti e banchieri cominciò ad utilizzare abiti eleganti, costosi e all’ultima moda, sempre diversi, in competizione e per distinguersi dagli appartenenti all’antica nobiltà feudale.

Abbigliamento maschile e femminile

I quadri, i dipinti e gli affreschi che si trovano nei musei, nei palazzi e nelle chiese di Firenze ci mostrano quella che era il “modo” di vestirsi nelle società del passato.

Fino agli inizi del Trecento non vi è grande distinzione tra l’abbigliamento maschile e quello femminile. Uomini, donne e bambini indossavano lo stesso tipo di indumento, delle lunghe tuniche o camicioni di forma dritta senza cinture che si chiamava cotta ( da cui l’inglese coat).

Un esempio è Dante tradizionalmente rappresentato con la lunga veste rossa tipica dei Priori della Repubblica. L’abbigliamento maschile cominciò poi a distinguersi ed ad evolvere più di quello femminile, perché’ gli uomini per molti secoli sono coloro che fanno una vita sociale e di relazione molto più ricca delle donne, alle quali sono precluse attività lavorative e aggregazioni sociali. L’abbigliamento femminile sarà fino al 1900, con poche eccezioni, esclusivamente espressione del potere e della ricchezza del marito.

Il guardaroba maschile

L'indumento tipico delll’uomo del Quattrocento è il lucco , una lunga veste di tessuto di colore nero o rosso che scendeva fino ai piedi, annodato al collo con nastri o ganci e con aperture per far passare le braccia. D’estate era foderato di taffettà e d’inverno di velluto o pelliccia.

Era l’abbigliamento tipico dei nobili, dottori, magistrati, mercanti e banchieri. I giovani invece preferivano abiti più corti, con una veste fino ai fianchi stretta con una cintura, portata con delle calze di maglia attillate che ricoprivano anche il piede, rinforzate con una suola. Erano di panno, seta o velluto, anche di colore diverso, legate alla veste con una specie di reggicalze.

Gli abiti erano di tessuti di lana e di seta con sfarzosi ricami in velluto, broccato e damasco che potevano arrivare a costare ciascuno quanto 500 giornate lavorative di un operaio. 

 

 Cappelli e capelli

Il cappello nel Quattrocento era un accessorio molto importante ed un segno distintivo della categoria sociale di appartenenza.

I signori ad esempio indossavano il mazzocchio di lana a forma di ciambella con un lembo che terminava sulla spalla. Gli artisti invece una berretta rossa di feltro.

I capelli invece sono lunghi fino alle orecchie per gli uomini o in lunghe trecce fissate sulla testa per le donne. Per tutti prevale il colore biondo, ottenuto con l’uso di limone e lunghe esposizioni al sole e capelli arricciati in lunghi boccoli.

Lorenzo Il Magnifico   Benozzo Gozzoli     Acconciature Rinascimento

I colori

Il colore dell’abito nella società rinascimentale non dipende dal gusto o dalla fantasia di chi lo indossa ma ha un’importante valenza sociale e segue precisi codici e norme per distinguere le persone in base alle categorie e classi di appartenenza.

Mentre nel Medioevo tutti gli abiti hanno colori piuttosto sobri, a Firenze nel Quattrocento il colore esplode in tutte le sue sfumature e varietà, grazie all’importazione delle sostanze per la tintura dall’Estremo Oriente. Si inizia ad ostentare la ricchezza, il superfluo e l’abbondanza, ne sono un esempio i tessuti preziosi e sgargianti con cui sono raffigurati Lorenzo il Magnifico e gli altri membri della Famiglia Medici.

Il rosso è il colore più prezioso fatto con la robbia, una radice importata dall’Oriente. E’ un colore che contraddistingue socialmente e non tutti sono autorizzati a portarlo.

La Sala Bianca di Palazzo Pitti

Dopo il Quattrocento Firenze perde il primato nell'economia e di conseguenza nella Moda europea e le innovazioni saranno portate avanti dalla Spagna, l’Inghilterra e la Francia dove nel Novecento nasce la figura dello stilista con Paul Poiret.

E la Francia domina la scena mondiale della Moda fino al 12 febbraio 1951 quando il Marchese Giovan Battista Giorgini organizza a Villa Torrigiani a Firenze la prima sfilata di creazioni di case di moda italiane: tra le quali Simonetta, le Sorelle Fontana, Fabiani, Shubert.

E’ la prima vera sfida alla moda francese ed ha un successo così straordinario che viene ripetuto l’anno seguente nella Sala Bianca di Palazzo Pitti, dando inizio all’evento Pitti Moda che ha riportato Firenze al centro della Moda internazionale.

Sala Bianca Palazzo Pitti

 

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